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Romanzi

La Hire

Tutto ha avuto inizio con il rumore lento e cadenzato di un treno che corre sulle rotaie.

E' un ricordo di quando da piccolo andavo in Sicilia, insieme a mia nonna Giovanna.

Si viaggiava giorno e notte in carrozze di seconda classe, tra l'odore dei panini al salame avvolti nella stagnola dentro alle valigie, e quel suono docile, soffocato e ipnotico del treno che avanza nella notte, tra una fermata e l'altra.

Ed è stato proprio quel rumore che mi ha aiutato a prendere sonno durante gli anni della mia adolescenza, dopo l'ictus che colpì mio padre a soli 42 anni.

Quando ero nel letto, prima di addormentarmi, lasciavo libera la mia immaginazione e fantasticavo di trovarmi su un treno che viaggiava di notte, durante la Guerra.

Intorno ero circondato da nemici e pericoli. Dovevo restare nascosto. Avevo sedici anni.

Ci sono voluti diversi anni prima di rendermi conto che in realtà quella Guerra era dentro di me.

Era la mia Guerra contro la realtà della Vita, quella che non riuscivo ad accettare.

Come la malattia del mio papà.

Col passare del tempo la mia storia immaginaria si è ampliata.

Ho cominciato ad aggiungere personaggi nuovi. Fuggitivi, ricercati, ribelli, guardie.

C'era anche una mia compagna del Liceo, Susanna, per la quale avevo preso una vera e propria cotta. Anche lei viaggiava su quel treno insieme a me, condividendo le avventure che prendevano vita in quel mondo parallelo. La realtà e la Fantasia si stimolavano a vicenda. E più la mia insonnia peggiorava, più quell'Universo fantastico diventava grande, vivo.

Un giorno, avevo poco più di vent'anni, la mia terapeuta disse che a me manca la parte violenta.

Io infatti non mi arrabbio mai, sono una persona mite e tollerante (che poi non è del tutto vero, perché io sono intollerante agli intolleranti), solo che la mia rabbia resta inesplosa da qualche parte dentro di me. Le raccontai di La Hire e lei mi disse che fantasticarci sopra era un buon modo per sfogare almeno parte di questa rabbia repressa.

Così, alcuni anni dopo, ho deciso che avevo nella testa abbastanza materiale per scrivere un vero e proprio libro. Ma la prima stesura non mi aveva del tutto convinto.

Sette anni dopo ho ripreso in mano la storia, ma ancora mancava qualcosa.

Poi è arrivato il Covid 19 a fermare il tempo, soltanto pochi mesi dopo la morte di mio padre.

Ed ecco qui la copia definitiva, anche se di definitivo in questo caso non c'è nulla, visto che ancora oggi, notte dopo notte, la storia continua.

Quello che racconto non è il mio Mondo Ideale, ma solo una trasposizione della realtà in una fantasia nella quale tutto si mescola, quel tanto che basta per distrarmi e aspettare che il sonnifero faccia effetto.

 

Da quel momento in poi c'è solo la follia dei sogni.

 

Il Prezzo degli Angeli - Romanzo

Fumò sigarette scolando la bottiglia, guardando lo schermo senza vederlo.

I pensieri gli si accavallavano nella mente come se fossero stati inseriti tutti quanti contemporaneamente; pareva di avere un frullatore al posto del cervello e frullava e frullava e a tratti, le immagini, gli passavano davanti come flashback; come non gli capitava da tempo.

Quello che lui definiva il suo Equilibrio, altri non era che un surrogato di apatia artificiale. Si era semplicemente sforzato di reprimere qualsiasi forma di emozione, di sentimento. E per quasi due anni aveva funzionato; il lavoro e la carriera erano diventati l’unica vera missione nella sua vita.

Si era stufato di essere deluso dalle persone, per cui si era convinto che le uniche vere soddisfazioni, dovevano venire da lui soltanto.

Non aveva dato più spazio alle interazioni esterne; si nutriva solo ed esclusivamente di se stesso.

Un tempo era molto diverso dalla persona di oggi.

 

Gli amici più intimi si erano accorti del suo cambiamento così radicale e non lo riconoscevano quasi più. Ma lo accettavano perché, in fondo, erano consci che la vita che Quince Wait aveva alle spalle era stata così accanitamente severa nei suoi confronti che quell’equilibrio, che ora lo reggeva in piedi, era l’unica arma per vivere in modo più sereno.

Titolo Provvisorio - Un piccolo romanzo

Era passato così tanto tempo dall'ultima volta che avevo diviso il letto con qualcuno. Mi sentivo bene. Quasi felice. Ci siamo infilati sotto le lenzuola.

«Whauuu... che profumo di pulito» disse lei, era sincera.

«Se c'è una cosa che non sopporto, è quella di dormire nelle lenzuola usate. Le cambio in continuazione... non dormo mai per due notti di seguito con le stesse. Non so, ma mi piace l'effetto che mi danno quando mi ci infilo dentro»

«Già!» rispose lei «sembra quasi che là fuori, il Mondo sia meno sporco...» aggiunse.

Non ci avevo mai pensato prima, ma aveva perfettamente ragione. Aveva ripreso a piovere; siamo rimasti in silenzio ad ascoltare la pioggia poi ci siamo fatti più vicini. Ci siamo abbracciati; ci siamo coccolati come due amanti. Niente baci, né sesso, né altre porcherie. Solo dolci carezze, nel silenzio.

In fondo, era quello che volevano tutti... un po' di coccole, prima di addormentarsi.

 

 

SAGA KOIMASKY

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Nel cassetto una ventina di libri, nati dall’esigenza di ritrovare me stesso o forse un buon posto dove rifugiarmi mentre la vita mi travolgeva. Scrivere come terapia e alla fine trovarsi tra le mani tante storie, tanti personaggi, tante avventure che un giorno, forse, divertiranno lettori alla ricerca di una parentesi nella propria vita. Koimasky (il nome completo è Andrej Koimasky, gioco di parole di una vecchia barzelletta) è il mio alter-ego, mi somiglia in tutto, anche fisicamente. In principio pensavo di scrivere un romanzo un po’ grottesco, fatto di battute sconce, sesso stravagante, omicidi e indagini poco ortodosse. Ma poi sono andato avanti, fino a far diventare Koimasky una vera e propria saga. In tutto sono 10 libri, dieci avventure dove la mia vita si è mescolata alla fantasia.

 

Forse non avrei dovuto disegnare i personaggi, lasciando il lettore libero di immaginarli, ma mi piaceva l’idea di farli vedere con i miei stessi occhi.

Il linguaggio è sempre diretto, senza fronzoli, tentando invano di emulare il mio “maestro” Bukowski con il suo “realismo sporco”. Nei miei libri ci sono tutte le sfumature della vita: c’è la gioia, la violenza, la rabbia, l’odio e l’amore, le depressioni, le esperienze buone e quelle cattive, così come sono realmente, crude e dolci, a seconda di come gira la ruota. Il tutto avvolto nell’avventura, nel giallo, nel noir con un pizzico di sensualità e una ricca quantità di personaggi grotteschi. Una lettura da prendere come svago, con cui fare due sorrisi ma, soprattutto, scollegarsi per un momento dalla realtà e tirare il fiato. 

Koimasky - Libro 1

Primo libro della serie Koimasky.

In una città immaginaria l'investigatore Andrej Koimasky si trova alle prese con il suo primo vero caso importante. Tra omicidi, alcol, sesso e depressione, comincerà la sua nuova vita, il tutto narrato con un linguaggio underground, realisticamente sporco, crudo e passionale, a volte dolce a volte malinconico, ironico e sarcastico. Un mondo ricco di personaggi grotteschi che spesso e volentieri non fanno soltanto parte dell'immaginazione.

 

«Andrej Koimasky…» lesse il Commissario «cos’è? uno scherzo?»

«Come, prego?» rispose lui.

«Che razza di nome è: Andrej Koimasky?»

 

    «E’ il mio nome… lo so, ammetto che ha un suono un po’… come dire, ridicolo in questa lingua, sembra una barzelletta, ma è proprio così, anche se io non vado c o i   m a s c h i» fece lui, oramai abituato ad esser preso in giro per il suo nome

 

Fiori di Loto - Libro 2

Secondo libro della saga Koimasky.

Malinconico, insonne, maledettamente solitario, tra un sorso di tequila, una botta di sonniferi e un nuovo caso strampalato, Koimasky torna con la sua seconda avventura. Come per il precedente episodio: sai dove comincia, ma non puoi minimamente sospettare dove la storia ti porterà. Questa volta il noir prende sfumature impreviste trasformandosi in avventura, tra omicidi, rapimenti, distese desertiche, cosce vellutate e culi sodi che porteranno il protagonista a distogliersi dalla sua depressione e lo faranno sorridere con nuovi amici e clienti bizzarri. Da leggere con un pizzico d'ironia, tra una battuta sconcia e una seria riflessione sull'umana debolezza. Così è Koimasky... così è la vita di tanti sognatori.

Cortili - Libro 3

Terzo libro della saga Koimasky.

 «Ma non posso averne la certezza assoluta, perché non vedevo il suo volto. Questo, di fatti, era coperto da un sacchetto di carta marroncina, tipo quelli per il pane, con un solo buco da cui vidi balenare la luce riflessa del giorno nell’occhio di quella creatura… e avanzava… mio Dio, in modo strano… dapprima lento… poi di scatto si spostava ad alcuni metri di distanza… come un fotogramma… e avanzava… mi fissava ed io… io non riuscivo ad alzarmi… la paura, forse, mi teneva legato al ceppo della pianta… provai un tale sgomento che cercai di aprire la bocca e di urlare… proprio come dentro un incubo… ma non vi riuscii…»

 

Terza avventura dell'investigatore Koimasky, alle prese con un misterioso paese, che lo riporterà a rivivere i drammi della sua vita, come un incubo senza fine, un intrico di viuzze sporche dove la realtà e il sogno non hanno più confini.

L'Eredità di Lara - Libro 4

Quarto libro della serie Koimasky.

«Che ti stai prendendo?» chiese Lara guardando Butch mentre si buttava giù due ansiolitici.

Lara stava sdraiata sopra il divano, rannicchiata; aveva il viso così triste e delicato. Indossava una maglietta bianca e un paio di pantaloncini aderenti. In un altro momento Butch l’avrebbe definita sexy, ma non con lo stato d’animo che ora lo travolgeva, carico di ansia e delusione sull’esistenza intera. Ora per lui era come se fosse trasparente. Il sesso era l’ultima cosa che pensava durante le sue crisi depressive.

«Per combattere gli attacchi di panico…» rispose lui.

«Non ho mai avuto attacchi di panico…» rispose la ragazza «Ne sento parlare… ma non so ancora cosa siano…»

«Ed è meglio non saperlo… credimi…»

«E’ una specie di forte ansia?»

 

«Più o meno… ti travolge tutto quanto… il cuore sembra schizzarti fuori dalla testa… se sei per strada è ancora peggio… l’unica cosa che vorresti, in quel momento… è non esistere…»

Tre teste di cane - Libro 5

Quinto libro della saga Koimasky.

«Non ti ho mai visto da queste parti» disse Penny asciugando l'ennesimo bicchiere

«Abito a tre isolati da qui» rispose lui versandosi in gola l'alcol.

«Versamene un altro» chiese lui senza guardarla.

«Brutta serata eh?» disse lei versando un altro bicchiere.

«Brutta e basta...» rispose lui «un'altro, grazie...»

«Hai proprio deciso di sbronzarti?»

«Non lo so ancora...»

«L'importante è che non combini guai. Non voglio casini nel mio bar!» rispose seccamente lei versando altro whisky.

«Offrimi una sigaretta, che le ho finite» chiese la ragazza.

«Tieni...»

«Come ti chiami?» chiese lei ora con tono più mansueto.

«Fai domande a tutti quelli che entrano nel tuo locale?» chiese lui sollevando lo sguardo.

«Hey bello! Mi faccio i cazzi miei, ok?» rispose stizzita tornando a servire altra gente.

 

L'alcol cominciava a farsi sentire, sembrava che d’un tratto la scatola cranica si fosse ingrandita di colpo, e il cervello ci ballasse dentro.

Incontri - Libro 6

Libro sesto della saga Koimasky.

D'un tratto la salivazione aumentò e qualcosa venne su dal suo stomaco. Si mise tra due bidoni e vomitò così forte che per un attimo credette di morire. Poi si sentì stranamente lucido. Era quasi giunto sotto casa quando intravvide una figura solitaria sul marciapiede. Era una donna che indossava una vestaglia bianca, stava lì, tutta infreddolita, sola

Il ciondolo di Murnau - Libro 7

Libro settimo della saga Koimasky.

Amelie cominciò a camminare carponi sul pavimento, come una gatta in calore, guardandolo fisso dentro gli occhi, con il culetto per aria. Butch avrebbe voluto avere gli occhi anche là dietro, per non perdersi nulla di quella scena. Poi si mise seduta, fissandolo con occhi incantatrici, mentre una spallina aveva abbandonato il suo posto ed era scivolata sulla pelle nuda del braccio. Quelle gambe, Dio che roba! E quegli occhi da cui non ci si poteva staccarsi. Non si poteva scappare. non c'era speranza.

Mr. Q - Libro 8

Ottavo libro della saga Koimasky.

Kari era apparsa sul cuscino a fianco del suo.

 

«Sei mai stata così vicino alle stelle da poterne sentire il calore? Venire investito dal loro bagliore infinito, così in alto da poter sfiorare i piedi di Dio? Hai mai raggiunto lo Stato di Grazia?» disse rivolgendosi alla piccola donnina.

ACCEBER (Piccioni viaggiatori) - Libro 9

Nono libro della saga Koimasky.

Quando stai male in quel modo, è solo Orrore. THE END, come canta Jim Morrison, la fine del fiume, dove ci stava il Colonnello Kurtz con la sua perfezione malefica e gli elicotteri che sbattevano le ali come libellule gigantesche e la morte non era che una liberazione dall’inferno che chiamiamo Vita.

Dov’erano finite tutte quelle notti e quelle pagine di dolore marchiate come cicatrici sulle pagine dei quaderni, mentre cancellava dalla sua mente un nome?

E, con un nome, tutta una parte della sua vita svanita, così tra le pieghe del cervello. Ma tutto il resto? Tutto se stesso dov’era? Chi era? Era una seconda possibilità, la sua, di ricominciare?

 

No! In questa vita non ci sono seconde possibilità. Si ha quel che si ha. C’è solo quel fiume su cui scorrono i pensieri, perché la vita, in fondo, che cos’è se non pensieri? Un continuo affluire di pensieri ed emozioni e paure ed ansia ed esperienze negative che cerchi di scordare con qualche botta di culo. Qualche piccolo giorno perfetto, dove ti sembra di aver lasciato alle spalle quell’orrore.

UNA SEMPLICE FORMALITA' - Libro 10

Decimo libro della saga Koimasky.

Quando il citofono vibrò sovrastando la musica, Kristen era ancora indecisa se indossare una gonna o i pantaloni di pelle attillati, con il trucco ancora da finire. Quel suono la fece sentire bene, ne aveva bisogno, perché da quando May l'aveva lasciata, anche il suo appartamento era diventato silenzioso e vuoto. E quel silenzio che Butch diceva sempre di sentire aveva cominciato a sentirlo anche lei. E faceva male. La solitudine fa sempre male, altro che balle.